Scritto da Silver,
con la collaborazione di Paolo
Battaglino (Se
mi freghi un respiro, Tre
gocce, Questo amore, Esco tutti i giorni, Tutto Diverso) ci
conduce, a differenza dei precedenti singoli,in un atmosfera più intima e
velata di malinconica. Si tratta, infatti, di un brano intenso e profondo,
introspettivo, serrato dal punto di vista testuale e melodico, che ci mostra
una faccia ancora diversa dell'artista,multiforme proprio come la vita a cui
l'arte e la musica si ispirano.
E non mi dire esprime una visione dell'amore diversa rispetto ai precedenti
brani di Silver, dove il tema è spesso presente nelle sue
più varie sfumature e declinazioni: dall'amore
universale senza sesso, età, condizione sociale, razza di "Questo
amore", all'amore
finito ma ripercorso in chiave ironica di "Esco tutti i giorni",
a quello romantico di “Tre gocce”,fino
all’amore che si deve a se stessi in “Tutto diverso”. In E non mi dire l’artista canta un sentimento più
raccolto e struggente, a tratti incomprensibile(“e non mi dire che ti serve
l’amore/perché non sai nemmeno cosa vuol dire”...), travagliato
dall’incomunicabilità,dai rimpianti per gli errori passati nella triste
consapevolezza dell'impossibilità di porvi rimedio ("se la macchina del
tempo mi potesse aiutare...") da cui esplode il senso di impotenza e
solitudine,perché "per uno solo qui c'è troppa aria da respirare". Un
brano che racconta la vita nella sua apparente "banalità", che altro
non è che la normalità,in cui ognuno non può che rivedere la propria storia
personale e la inevitabile ciclicità delle esperienze, belle e brutte,che alla
fin fine alimentano il sogno e la speranza ("è solo una ruota che continua
a girare/ e non ti lamentare se ti farà male/è solamente quello che ti porta a
sognare").
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